Ma tra il sindaco M5S e il
presidente della Regione c'è dialogo.
Ragusa. Al signor Pippo,
operaio edile disoccupato da due anni e mezzo, della compagnia low cost e dei
casinò non sembra importagliene più di tanto. Anzi, per citare pedissequamente
le sue parole, «nun mi ni futti ‘n ca... ». Ed è proprio nell'attesa, davanti
al municipio di Ragusa, che cogli il senso della distanza fra gli annunci di
palazzo e il ventre della gente disperata. Aspettando la giunta regionale, in
arrivo a conclusione del tour ibleo. Una fantasmagorica macchina dei sogni che
stupisce con effetti speciali - "mettere le ali" alla moribonda Ast
come nel celebre spot di quell'energy drink, ma anche disseminare case
da gioco per attirare ricchi turisti ludopatici in Sicilia - e che forse non
sta più ascoltando la sofferenza dei siciliani. E dire che proprio l'esperienza
di Ragusa, che ha dato un calcio nel sedere a tutti i partiti per diventare la
seconda città "grillinizzata" d'Italia dopo Parma, dovrebbe essere un
monito.
E se passi qualche minuto in piazza capisci perché qui le cose sono andate in
un certo modo. C'è il giovane sindaco, Federico Piccitto, che passeggia e parla
con tutti. Con il comitato spontaneo degli indigenti, quelli a cui è stato
tolto il sussidio e che ora spulciano nell'iPad dei nuovi amministratori tutte
le voci degli sprechi comunali, di quel contributo dato a quella festa
piuttosto che a quella frazione marinara o a quell'associazione amica della
vecchia amministrazione. «Io ho votato per i grillini - ci dice Pippo - e non
me ne sono pentito, perché con questi ragazzi ci si può parlare, non si sono
montati la testa». Anche perché, aggiunge una signora bionda che ha appena
presentato il proprio bimbo biondo al neosindaco, «qui la situazione sta
esplodendo, se non ci danno un minimo per campare scoppia ‘u ‘nfernu».
Più in là c'è Pippo Gurrieri, del Cub Trasporti con maglietta No Muos, che
vuole chiedere a Crocetta «un impegno, nel nuovo contratto di servizio con
Trenitalia, per le ferrovie a Ragusa e provincia». Ovvero: «Non sopprimere il
trasporto per gli studenti disabili, investire sulla metropolitana leggera,
ripristinare il Treno Barocco»; ma soprattutto «non buttare in mezzo a una
strada nemmeno un lavoratore». E poi c'è una rappresentanza dipendenti del
Cnos-Fap: 300 in tutta la Sicilia da 20 mesi senza stipendio. «Noi chiediamo
soltanto quello che ci spetta - dice con estrema dignità Gianni Iurato - per
aver formato 2.700 ragazzi in 135 corsi l'anno. La formazione professionale in
Sicilia è nell'occhio del ciclone, ma non si può buttare l'acqua sporca con
tutto il bambino, qui c'è in gioco il pane di centinaia di persone oneste».
Arriva l'assessore Nelli Scilabra, incontra cinque di loro. E intanto i
grillini iblei parlano con la gente senza barriere. Ma senza fare promesse:
«No, signuruzza - dice un collaboratore del sindaco a una
donna che gli ha appena chiesto un «pusticeddu» per il figlio - questa cosa non
si può fare. Ma con il reddito di cittadinanza anche suo figlio potrà avere un
minimo».
Quale sarà l'accoglienza, nella capitale siciliana dei 5 Stelle, per il governatore
che, inforcando il suo Megafono, si è autodefinito «più grillino dei grillini»?
Fredda, dagli esponenti del Pd. A partire da Mario D'Asta, capo dei renziani
iblei, che contappone un fuoco (amico) di sbarramento: «Non condividiamo le sue
operazioni di trasformismo, penso che i congressi potranno chiarire molte
cose». Eppure anche dentro il Pd c'è chi potrebbe rappresentare l'anello di
congiunzione fra il gracchiare del Megafono e la pancia dell'elettorato che ha
tradito il partito per votare il candidato di Grillo. Per fare nome e cognome:
Valentina Spata, giovane democratragusana di "tendenza
Civati", passata agli onori della cronaca nazionale per la sua
(lungimirante) scelta di dissociarsi dalla gioiosa macchina da guerra di tutti
i partiti, compreso il suo, contro Piccitto. «Io invece l'ho votato, così come
hanno fatto tanti altri del Pd». E come sono state queste prime settimane nella
Ragusa "departitizzata"? «La nuova amministrazione - dice Spata, che
è anche assistente dell'assessore Scilabra - ha dimostrato voglia di fare,
determinazione e competenza». E dopo la coraggiosa dissocazione prima del
ballottaggio, c'è un'ipotesi che il "Pd 2.0" possa allearsi con
Piccitto? Risposta diplomatico-ammiccante: «Noi siamo a disposizione per
contribuire, da parte di Piccitto c'è la massima apertura. C'è un bel dialogo,
con rispetto e ascolto reciproco, ci basta questo».
Il capogruppo del M5S all'Ars, Giancarlo Cancelleri, cerca un cestino per la
"differenziata" del mozzicone di sigaretta appena spento. «Federi' -
dice scherzosamente al sindaco - ma ora ci vogliono i raccoglitori delle cicche
per tenere la città più pulita, altrimenti che abbiamo fatto, niente? ».
Cancelleri, assieme agli altri componenti della commissione Attività produttive
all'Ars, ha appena concluso una serie di incontri con le categorie produttive.
«C'è un grido unanime di disperazione che arriva dall'agricoltura e dalla
zootecnia di una città e di una provincia che sono sempre stati un traino per
la Sicilia. Bisogna ascoltare, mettersi a studiare con umiltà e poi tornare da
questa gente con proposte concrete e fattibili». Lo provochiamo sull'arrivo del
governatore-rivoluzionario nella "Grilloland" sicula e Cancelleri
replica: «Non c'è bisogno di portatori di rivoluzione, qui i ragusani l'hanno
già fatta, la rivoluzione. Pensi piuttosto ad aiutare questa città a risolvere
i problemi ereditati dal passato, recente e non».
Ma cosa chiederà il primo cittadino a Crocetta? «Di trasformare in fatti
concreti la disponibilità e l'apertura che ci ha già dimostrato negli incontri
che abbiamo avuto. Ragusa è una città con grandi difficoltà finanziarie
aggravate dai ritardi nei trasferimenti della Regione, una città in cui
l'emergenza sociale non è più sotterranea ma esplosiva e in superficie». Eppure
il sindaco grillino guarda con ottimismo a «una Ragusa che ha progetti di
cambiamento, a partire dall'energia e dall'urbanistica». Ma ricorda il mantra:
«La priorità è risolvere l'emergenza sociale, non dimentichiamolo mai».
Arriva Crocetta. Che s'è appena congedato dal simpaticissimo sindaco-mignon di
Comiso, Filippo Spataro. Jeans e polo bianca a maniche corte, ammette: «Mi sono
messo la fascia, perché se no appena arrivano il presidente e gli assessori
manco ci credono che sono il primo cittadino». Arriva il governatore che saluta
con affetto sincero il padrone di casa ragusano. A Piccitto un colpo di carota
(«un sindaco bravo e innovatore, che si sposa con la mia linea di governo») e
poi uno di bastoncino («se lui è un sindaco a cinque stelle io sono un presidente
a sette stelle»). Con i giornalisti Crocetta dal suo sacco di doni tira fuori
la guerra ad Alitalia e più roulette per tutti. La giunta a Ragusa discuterà
anche una delibera per mettere in rete il meglio della ceramica siciliana. Se
il signor Pippo, l'operaio disoccupato, ricordasse il sussidiario potrebbe
avere un déjà vu: quello della regina Maria Antonietta che, alla
vigilia della rivoluzione francese, invocava le brioche per chi implorava il
pane. Ma il signor Pippo non l'ha studiata, la storia. E poi ci sono già troppe
birre, dentro il suo corpo di potenziale rivoltoso, a stoppare la sua corsa
verso la Bastiglia del caciocavallo.
Mario Barresi - La Sicilia - Martedì 23 Luglio 2013 - Il Fatto, pagina 2
twitter: @MarioBarresi