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sabato 1 dicembre 2018

La Sicilia aspetta sempre i progetti e i fondi dell'accordo firmato da Cuffaro

Viste le ultime dichiarazioni dell’Amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana, Maurizio Gentile (in cui snocciola alcuni degli interventi previsti nel piano degli investimenti da 14 miliardi per la Sicilia), riteniamo opportuno e doveroso fare presente all’Ad Gentile e all’opinione pubblica che l’ennesimo annuncio sui tempi di percorrenza della Catania-Palermo continua ad essere una presa in giro per la Sicilia e i siciliani (alta velocità, velocità light, etc) ed è veramente riduttivo parlare della sola Catania-Palermo.
Infatti, nel C.I.S. (Contratto Istituzionale di Sviluppo) firmato nei primi mesi del 2013, veniva previsto proprio per la Palermo-Catania di portare i tempi di percorrenza dalle attuali 2 ore e 45 (che poi nella realtà sono sempre circa 3 ore)  a 2 ore e 30 entro il 2014. Peccato che siamo nel 2018 e per arrivare da Catania a Palermo ci vogliono sempre 3 ore circa.
Se vogliamo andare un po’ a ritroso di qualche anno, precisamente nel 2009, dopo l’operazione “Freccia Rotta”, Rfi Spa (Rete Ferroviaria Italiana) - aveva chiesto ed ottenuto nel Contratto di Programma 2007-2011, 30 milioni di euro per ammodernare e velocizzare l'attuale tracciato della Catania-Palermo, portando i tempi di percorrenza al di sotto delle 2 ore e 30. Come mai Rete Ferroviaria Italiana Spa dal 2009 ad oggi non ha mai dato seguito a questo Contratto di Programma? Se oggi con appena un miliardo di euro si penserà a raddoppiare una piccola parte, tutto il resto, quando verrà ammodernato?
Al danno la beffa di un raddoppio che non verrà mai raddoppiato, tenuto conto che dal 2003 ad oggi la spesa prevista per ammodernare tutta la rete ferroviaria era ed è di oltre 14 miliardi, ma quando si parla di Sicilia arrivano appena le briciole. Per esempio, su un investimento di circa 6 miliardi sulla Napoli-Bari, sono stati finanziati circa 3 miliardi, mentre per la Catania-Palermo per cui la spesa prevista era di circa 6 miliardi, sono stati finanziati appena 823 milioni. Lavori che devono ancora iniziare.
I siciliani, infatti, si aspettano ancora di vedere realizzate quelle opere che furono iscritte nel primo APQ (Accordo di Programma Quadro) tra Regione Siciliana (Cuffaro Presidente) e il Ministero dei Trasporti (Lunardi Ministro), quasi ventanni fa,  e precisamente nei primi giorni di ottobre del 2001.

giovedì 29 novembre 2018

Infrastrutture ferroviarie in Sicilia: Basta con gli annunci vogliamo il piano di investimenti e il cronoprogramma definitivo

Viste le ultime dichiarazioni dell’Amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana, Maurizio Gentile (in cui snocciola alcuni degli interventi previsti nel piano degli investimenti da 14 miliardi per la Sicilia), riteniamo opportuno e doveroso fare presente all’Ad Gentile e all’opinione pubblica che l’ennesimo annuncio sui tempi di percorrenza della Catania-Palermo continua ad essere una presa in giro per la Sicilia e i siciliani (alta velocità, velocità light, etc) ed è veramente riduttivo parlare della sola Catania-Palermo.
Infatti, nel C.I.S. (Contratto Istituzionale di Sviluppo) firmato nei primi mesi del 2013, veniva previsto proprio per la Palermo-Catania di portare i tempi di percorrenza dalle attuali 2 ore e 45 (che poi nella realtà sono sempre circa 3 ore)  a 2 ore e 30 entro il 2014. Peccato che siamo nel 2018 e per arrivare da Catania a Palermo ci vogliono sempre 3 ore circa.
Se vogliamo andare un po’ a ritroso di qualche anno, precisamente nel 2009, dopo l’operazione “Freccia Rotta”, Rfi Spa (Rete Ferroviaria Italiana) - aveva chiesto ed ottenuto nel Contratto di Programma 2007-2011, 30 milioni di euro per ammodernare e velocizzare l'attuale tracciato della Catania-Palermo, portando i tempi di percorrenza al di sotto delle 2 ore e 30. Come mai Rete Ferroviaria Italiana Spa dal 2009 ad oggi non ha mai dato seguito a questo Contratto di Programma? Se oggi con appena un miliardo di euro si penserà a raddoppiare una piccola parte, tutto il resto, quando verrà ammodernato?
Al danno la beffa di un raddoppio che non verrà mai raddoppiato, tenuto conto che dal 2003 ad oggi la spesa prevista per ammodernare tutta la rete ferroviaria era ed è di oltre 14 miliardi, ma quando si parla di Sicilia arrivano appena le briciole. Per esempio, su un investimento di circa 6 miliardi sulla Napoli-Bari, sono stati finanziati circa 3 miliardi, mentre per la Catania-Palermo per cui la spesa prevista era di circa 6 miliardi, sono stati finanziati appena 823 milioni. Lavori che devono ancora iniziare.
I siciliani, infatti, si aspettano ancora di vedere realizzate quelle opere che furono iscritte nel primo APQ (Accordo di Programma Quadro) tra Regione Siciliana (Cuffaro Presidente) e il Ministero dei Trasporti (Lunardi Ministro), quasi ventanni fa,  e precisamente nei primi giorni di ottobre del 2001.
Questo il quadro della situazione nell'intera rete siciliana:
Raddoppio Catania-Palermo - Il raddoppio della Catania-Palermo doveva essere l’unica linea ad alta velocità e capacità a collegare Palermo con Catania in 1 ora e 20 minuti, mentre sembra che finisca la sua corsa veloce da Catania a Raddusa-Catenanuova e il rimanente tracciato resterà ad unico binario anche se verrà ammodernato, chissà quando, in considerazione che al momento non ci sia alcun importo finanziato.
Castelbuono-Patti - nel 2003 erano previsti per il raddoppio 4,3 miliardi oggi scomparsi dai finanziamenti e non se ne parla nemmeno.
Fiumefreddo-Giampilieri - Fino a quando non vedremo posta la prima pietra e l’apertura dei cantieri non ci bastano le conferenze dei servizi che restano solo dei passaggi obbligati.
Caltagirone-Gela - La linea è chiusa dall’11 maggio 2011 per il crollo di alcune arcate del ponte ferroviario, finito di demolire nell’ottobre 2014 ed anche qui un nulla di fatto a distanza di sette anni e mezzo e non si hanno date certe nonostante siano stati finanziati 90 milioni di euro per la riapertura e la messa in sicurezza degli altri viadotti del tracciato.
Gela-Canicattì - in questa tratta sono stati spesi per ammodernamenti 35 milioni, da oltre tre anni e mezzo, lasciando la stessa ancora non elettrificata.
Alcamo-Trapani Via Milo - Linea ferroviaria chiusa per smottamenti dal 25 febbraio 2013 e ad oggi non viene prospettato nessun intervento di riapertura, se non il finanziamento sbandierato di circa 70 milioni risalente a circa 4 anni fa che è diventato oggi di oltre 140 milioni ma di date certe di inizio lavori non se ne parla.
Velocizzazione della Alcamo-Trapani - nel 2003 erano previsti 300 milioni  
Velocizzazione della Siracusa-Ragusa-Gela - nel 2003 erano previsti 600 milioni
Catania Centrale interramento stazione nel 2003 erano previsti 427 milioni
Velocizzazione Bicocca-Targia - nel 2003 erano previsti 76 milioni
Di tutte queste opere elencate qualcuno ci potrà spiegare lo stato dei lavori e/o dei finanziamenti che in alcuni casi dal 2003 ad oggi sono stati quasi raddoppiati?
Allora una volta per tutte è possibile avere il quadro degli investimenti infrastrutturali previsti nei 14 miliardi da spendere da  in Sicilia da oltre 15 anni?
E’ possibile venire a conoscenza del Piano degli Investimenti aggiornato con il relativo cronoprogramma che stabilisce tempi, modi, progetti e finanziamenti già confermati?
Infatti non ci sorprende la dichiarazione di qualche mese fa dell’Ad di Rfi Spa Gentile che in Sicilia non serve l’alta velocità. In tempi non sospetti avevamo dichiarato che alla Sicilia non serviva "l’alta velocità" ma bensì la "normale velocità". Si, proprio la "normale velocità" nell’ammodernare e velocizzare tutte le infrastrutture ferroviarie esistenti, dando così ai siciliani la possibilità di poter viaggiare in condizioni più umane e dignitose. In conclusione desideriamo evidenziare, ancora una volta, che continueremo come sempre, con ogni mezzo legale, nella nostra battaglia per una mobilità eco ed equo-sostenibile che veda uscire finalmente la Sicilia da quella gogna di arretratezza in cui è stata relegata volutamente, ahimè, non solo da una classe politica regionale poca attenta ai bisogni dello sviluppo del territorio pari passo a quello nazionale ma anche da parte dei parlamentari nazionali, che in tutti questi anni, non hanno portato avanti un attento programma di progettazione e di finanziamenti per cercare di fare uscire il territorio siciliano da quel gap infrastrutturale che ha allontanato la Sicilia dal continente Italia.
Giosuè Malaponti Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

mercoledì 28 novembre 2018

Taormina-Giardini continuerà ad essere una stazione ferroviaria?

Taormina. Il Comitato Pendolari Siciliani interviene sulla questione che l’associazione Ferrovie Siciliane, da anni, porta avanti, relativamente alla futura dismissione del tratto di ferrovia che collega Alcantara con Letojanni, compresa la eventuale e definitiva chiusura della stazione di Taormina-Giardini.
Un sistema ferroviario che deve essere mantenuto in vita, considerando la prevista riattivazione della tratta ferroviaria Randazzo-Alcantara e con il mantenimento in esercizio del tracciato esistente che da Alcantara si collega con la stazione di Taormina-Giardini diventerebbe una sorta di metropolitana leggera. Questa riattivazione aprirebbe ad un nuovo scenario per tutta la vallata dell’Alcantara, fornendo quella mobilità eco-sostenibile e commerciale che da anni manca e che viene richiesta da tutti i territori interessati.
Tra l’altro è da considerare che il mantenimento dell’attuale infrastruttura si integra perfettamente con la variante del realizzando raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri.
Nella conferenza dei servizi che si terrà giovedì 29 novembre 2018 presso il Ministero dei Trasporti, si discuterà se approvare il progetto definitivo, che taglierà fuori l’attuale tratta ferroviaria Fiumefreddo- Letojanni, cancellando senza alcun criterio e con molta sconsideratezza il tracciato ferroviario che da Alcantara porta sino alla stazione di Taormina-Giardini. Un enorme patrimonio storico e una infrastruttura che dovrebbe continuare a vivere, nell’ambito di un concreto rilancio della ferrovia come mezzo eco-compatibile, continuando ad essere al servizio di tutti quegli insediamenti urbani che in tutti questi anni hanno convissuto con la linea ferrata dietro le proprie porte e al loro servizio. In un momento storico in cui numerose linee, un tempo considerate rami secchi, riacquistano un ruolo di primaria importanza, sotto il profilo della mobilità sostenibile, lascia stupefatti l’idea di chiudere un tratto di ferrovia così importante che porta sino a Taormina. Un sistema di trasporto, quello ferroviario, che non solo risulta essere il meno inquinante in assoluto, ma che in una condizione di evidente svantaggio della rete stradale della valle (SS.120), diviene più che concorrenziale rispetto al trasporto su gomma, ponendo le condizione per ridurre drasticamente i flussi veicolari e di inquinamento. Sorprende infatti, nel metodo, che il funzionario di un ente sovracomunale, nominato dalla Regione Siciliana, prenda posizione su una materia che, in sostanza, non le compete. Non ci risulta, infatti, che nello Statuto dell’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara sia prevista la gestione del trasporto pubblico locale.
Alla luce di queste premesse è importante conoscere la posizione che la Regione Siciliana, il governatore Musumeci, l’assessore regionale alle infrastrutture Falcone e il sindaco di Taormina, assumeranno nella conferenza dei servizi al Mit del 29 novembre a tutela e a salvaguardia del mantenimento in esercizio del tracciato esistente che da Alcantara si collega con la stazione di Taormina-Giardini sino a Letojanni, nell’interesse dello sviluppo socio economico dei territori interessati.
Giosuè Malaponti Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

domenica 3 luglio 2016

Signori, si scende! L'ultima vergogna delle Fs. I pendolari:"Come interverrà la politica?"

Messina. La Capitaneria di Porto “Autorità dello Stretto di Messina” con la nota n. 14760 del 30 giugno 2016, impone alle navi traghetto di RFI Spa (Rete Ferroviaria Italiana) per motivi di sicurezza al fine di garantire l’incolumità dei passeggeri, a bordo dei treni della lunga percorrenza, che devono abbandonare i treni prima della partenza del traghetto e recarsi sul ponte passeggeri durante la traversata nello Stretto di Messina. Il responsabile siciliano della navigazione di RFI, invita il Comando di bordo dei traghetti ad accertarsi che, prima dell’inizio del traghettamento, tutti i passeggeri siano scesi dal treno e che stazionino per tutto il tempo della traversata sul ponte passeggeri.












venerdì 1 luglio 2016

Sicilia: Continuità territoriale...è la fine???

Messina. La Capitaneria di Porto “Autorità dello Stretto di Messina” con la nota n. 14760 del 30 giugno 2016, impone alle navi traghetto di RFI Spa (Rete Ferroviaria Italiana) per motivi di sicurezza al fine di garantire l’incolumità dei passeggeri, a bordo dei treni della lunga percorrenza, che devono abbandonare i treni prima della partenza del traghetto e recarsi sul ponte passeggeri durante la traversata nello Stretto di Messina.  Il responsabile siciliano della navigazione di RFI, invita il Comando di bordo dei traghetti ad accertarsi che, prima dell’inizio del traghettamento, tutti i passeggeri siano scesi dal treno e che stazionino per tutto il tempo della traversata sul ponte passeggeri.
Prendiamo atto di questa disposizione, visti i motivi esposti relativi alla sicurezza, ma vorremmo capire in merito a queste operazioni di salita e discesa dai treni dei passeggeri come verranno gestiti da RFI??
Come verrà realizzato il servizio sugli ICN (Intercity Notte) che attraverseranno lo Stretto nelle ore notturne?
Quali servizi RFI metterà a disposizione di tutti i passeggeri: normodotati, con ridotta mobilità e per i diversamente abili, per limitare al minimo i disagi?
Quali controlli relativamente alla vigilanza degli effetti personali lasciati a bordo del treno verranno effettuati?
Per quanto tempo dovrà durare questa disposizione?
Quello che è certo che vigileremo su questa assurda, per certi versi, situazione di mobilità sullo Stretto di Messina che di anno in anno vede sempre più ridurre quella Continuità Territoriale che non ci è stata mai accordata e che vede la Sicilia allontanarsi sempre più dal continente Italia e dalle paventate Reti TEN-T e dai tanto decantati Corridoi Europei.
Il Presidente Crocetta, il Prefetto, il Sindaco di Messina e tutti i nostri rappresentanti politici come pensano di intervenire su questa questione che oramai per forza di cose sta diventando sempre più paradossale e grottesca?

Giosuè Malaponti – Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer