sabato 21 dicembre 2019

Con i nuovi orari ferroviari scompare la fermata del treno 12865 alla stazione di Calatabiano.

Con il cambio dell’offerta commerciale ferroviaria del 15 dicembre scorso, per una svista o per altro recondito motivo il treno regionale 12865 delle ore 5.40 non effettua più la fermata alla stazione di Calatabiano alle ore 7.00. Questa disattenzione sta procurando enormi disagi all’utenza pendolare del luogo che non ha da domenica 15 c.m. la possibilità di poter viaggiare con il primissimo treno regionale della mattina che arriva a Catania alle 7.30.
L’utenza pendolare di Calatabiano al momento è costretta a spostarsi con i propri mezzi alla stazione di Alcantara o alla stazione di Fiumefreddo di Sicilia. Prontamente, ci siamo accorti di questa anomalia e l’abbiamo segnalata al dirigente del Dipartimento Trasporti non ottenendo alcuna risposta.
Chiediamo al Dipartimento Trasporti di intervenire presso la Direzione di Trenitalia, nel più breve tempo possibile, a ripristinare la fermata di Calatabiano del treno regionale 12865/12869. Il Comitato Pendolari Siciliani sta predisponendo, alla luce dei nuovi orari e dei suggerimenti di molta utenza, una richiesta al Dipartimento trasporti regionale per chiedere di poter anticipare di 10 minuti circa la partenza del treno regionale 26579 in partenza da Taormina-Giardini alle 07.00 prevedendo, così l’arrivo a Catania alle 7.47 anziché alle ore 08.05, inoltre sta predisponendo ulteriori richiesto per la modifica di altri orari relativamente alla Messina-Catania-Siracusa.
In merito all’aumento di circa un milione di passeggeri relativamente al trasporto regionale siciliano, ci consta fare presente che per i pendolari gli orari dei treni rivestono un’importanza fondamentale poiché è su di esso che vengono formulate le ipotesi di viaggio, ed è in base ad esso che un viaggio viene pianificato in modo da soddisfare le esigenze dell’utente di arrivare alla sua meta entro un certo tempo.
Se questo vale per un singolo viaggio, a maggior ragione deve valere per i pendolari, che sulla base dell’orario regolano i propri ritmi di vita, casalavoro o casastudio.
Per i pendolari l’orario è un parametro in grado di influenzare in modo significativo la propria qualità della vita, specie se non viene rispettato e anche quando viene cambiato con troppa frequenza, portando come conseguenza degli sconvolgimenti significativi nelle possibili scelte di viaggio.
Il Comitato Pendolari Siciliani ha monitorato nei mesi di ottobre e novembre 2019 la tratta ferroviaria Messina-Catania-Siracusa per avere un’idea sulla puntualità del servizio offerto. Questi i risultati:
Giorni del monitoraggio: 60
Treni monitorati 2477
Treni arrivati a destinazione in anticipo dall’orario previsto: 1135
Treni arrivati a destinazione in orario: 328
Treni arrivati a destinazione in ritardo entro i 5 minuti dall’orario previsto: 627
Treni arrivati a destinazione in ritardo entro i 10 minuti dall’orario previsto: 145
Treni arrivati a destinazione in ritardo entro i 20 minuti dall’orario previsto: 126
Treni arrivati a destinazione in ritardo oltre i 20 minuti dall’orario previsto:    94
Giosuè Malaponti – Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

mercoledì 18 dicembre 2019

Caltagirone-Catania nuovi orari, vecchi disagi e disservizi.

Già dal cambio orario di domenica 15 dicembre i disagi per i pendolari del Calatino non si interrompono. Lunedì 16 e martedì 17 dicembre sono stati soppressi i treni regionali 12810 delle 16.30 da Caltagirone a Catania e il treno regionale 12813 delle 19.15 da Catania a Caltagirone procurando, sicuramente, enormi disagi all’utenza pendolare visto che sono i due treni di ritorno dopo una giornata di lavoro o studio da entrambe le città. Oltre alle soppressioni in questi due giorni gli altri due treni il 12806 delle 6.11 e il 12809 delle 14.10 hanno accumulato ritardi, sempre nei due giorni, pari a 112 minuti. Un servizio di trasporto ferroviario che doveva essere migliorato, incentivato cioè a portata di mano dell’utenza per riavvicinarli al mezzo ecologico per eccellenza dopo due anni circa dalla chiusura della tratta. Questo è quello che il giorno della riapertura della tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela, sabato 16 febbraio 2019, il Governatore Musumeci dichiarava prendendo un preciso impegno con i pendolari e precisamente queste le sue parole: - “Un impegno voglio assumere con i pendolari, che vedo qui adeguatamente rappresentati. Con Trenitalia e l’assessore Falcone ci stiamo impegnando per fare modificare gli orari dei treni soprattutto i primi treni della mattinata perché sono stati concepiti senza tenere assolutamente conto delle esigenze dei pendolari. Viaggiare in treno conviene, viaggiare in treno è più economico, viaggiare in treno è più ecologico, viaggiare in treno… - così si concludeva l’intervento del Presidente Musumeci. 
E allora se l’impegno era di modificare gli orari perché non adeguati, perché da sei corse treno tra le due Città, dal 15 aprile sono state ridotte a quattro, cancellando due corse treno e in particolare la prima corsa che partiva da Catania alle ore 5.38 dando un servizio al pendolarismo, che da anni si serviva del mezzo treno, da Catania raccogliendo utenza a Scordia, Militello, Vizzini-Licodia, Grammichele sino a Caltagirone? Nonostante tutte le nostre rimostranze e i suggerimenti, anche in via sperimentale, non sono serviti a nulla. Al danno la beffa quella di riconfermare nei nuovi orari del 15 dicembre i quattro treni giornalieri, non modificando gli orari, e i quattro treni dei festivi, dove non vi è alcuna frequentazione, e che producono uno spreco di circa 23.000 treno*km annui. Ma lo sperpero di risorse e di treno*km è ancora più evidente, Ill.mo Presidente, in considerazione del servizio di bus sostitutivi al treno tra Caltagirone e Gela che produce un totale di 67.000 circa di km*treno-annui. Qualcuno ci spieghi e spieghi ai pendolari del Calatino perché il servizio bus sostitutivo al treno tra Caltagirone, Niscemi e Gela debba essere effettuato dall’impresa ferroviaria Trenitalia (sembra che il costo a km sia di euro 2,70) invece che affidarlo all’Azienda Siciliana Trasporti della Regione (sembra che il costo a km sia di euro 1,06), risparmiando così risorse pubbliche e 67.000 km-treno che potrebbero essere impiegate in altre relazioni ferroviarie sino alla eventuale ricostruzione del viadotto ferroviario crollato l’11 maggio 2011?
Questi sono i dati dei disservizi che emergono dal nostro monitoraggio nella tratta ferroviaria Catania-Caltagirone nei mesi di ottobre e novembre relativamente ai 240 treni monitorati: - Treni soppressi n. 22 e parziali n. 3 per un totale di 2121 treno*km cancellati; minuti di ritardo accumulati 2016 pari a 36 ore circa e, il dato più rilevante su questa tratta nei 60 giorni del monitoraggio è la della puntualità che è pari al 49%
Speravamo Ill.mo Presidente che, la riapertura della tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela, fosse la volta buona, visto l’impegno preso, per programmare e dare un servizio ferroviario sensato a un territorio assetato di mobilità, da anni lasciato al suo declino, con uno sperpero di risorse pubbliche e di circa 170.000 treno*Km.
Allo stato delle cose dobbiamo dire che non è stato così anzi è stato ancora una volta sfavorito il territorio e danneggiata l’utenza pendolare da ulteriori penalizzazioni che potranno grazie al Suo autorevole intervento essere ripristinate prima possibile non aspettando il cambio orario estivo di Giugno 2020.
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

domenica 15 dicembre 2019

Il Comitato Pendolari Siciliani, nei mesi di ottobre e novembre, ha effettuato il monitoraggio di circa 11.000 dei treni nelle principali tratte ferroviarie siciliane.

Un forte e moderno servizio ferroviario è indispensabile per costruire un sistema dei trasporti efficiente nelle aree metropolitane. Tra l’altro c’è un’altra questione che dovrebbe far riflettere in un periodo difficile per tante famiglie, come la possibilità di ridurre i costi di spostamento utilizzando i mezzi collettivi, cosa che per tante persone può rappresentare una vera boccata di ossigeno, oltre che un miglioramento significativo della qualità della vita.
Ed è significativo constatare quanto stia crescendo l’organizzazione della rappresentanza dei pendolari, con comitati oggi diffusi in quasi tutte le Regioni italiane, che chiedono più treni, puntuali, nuovi, puliti. Dare risposta a questa domanda è quanto mai strategico per un Paese come l’Italia, e per questa nostra regione, la Sicilia.
La spiegazione delle difficoltà dello spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città siciliane è semplice, basta guardare i dati sugli investimenti per il servizio, l’acquisto di materiale rotabile e le infrastrutture.
Qualcosa di più è stato fatto negli scorsi anni (2002-2004) cofinanziando l’acquisto dei nuovi treni “Minuetto”, condizione fondamentale non solo per migliorare la qualità del viaggio per i pendolari ma anche per aumentarne il numero in circolazione e migliorare la puntualità (i ritardi dipendono anche dal sovraffollamento delle carrozze) ai quali si sono aggiunti, come previsto dal Contratto di Servizio Ponte 2015-2016, a fine del 2016 i sei treni Jazz.
Il trasporto ferroviario siciliano in questi ultimi anni sta attraversando momenti veramente difficili. Sono molti i territori che si sono visti azzerare quasi del tutto il trasporto ferroviario: Siracusa, Ragusa, Modica, Gela, Caltanissetta, Caltagirone, Alcamo-Trapani Via Milo.
La marginalità degli investimenti per il trasporto ferroviario in Sicilia è evidente e gli investimenti statali e regionali premiano la strada a danno della ferrovia
, ma sempre al centro-nord. Il tema appena introdotto deve entrare nell’agenda delle politiche nazionali e regionali, passando attraverso maggiori risorse per il servizio di trasporto pendolare e per le infrastrutture dell’Isola.
Ebbene, i cittadini che ogni giorno si muovono in treno devono essere l’interlocutore fondamentale delle strategie di potenziamento del servizio, attraverso il confronto, la partecipazione e l’informazione dei pendolari, sia per alzare gli standard qualitativi che per monitorare il servizio sulla rete (puntualità, grado di affollamento, igiene, climatizzazione, informazione, ecc.). Le Regioni hanno, ovviamente, la possibilità di ampliare la quantità degli investimenti, perché le “prestazioni” sono state definite nei cosiddetti Contratti di Servizio, che tutte le regioni, Sicilia a parte hanno posto in essere a partire dal 2009.
Con il Contratto di Servizio, da un lato l’impresa ferroviaria si impegna all’erogazione di un quantitativo di treni*km e al rispetto di determinati indici di qualità (relativi a pulizia, comfort, informazione e puntualità delle corse), dall’altro lato l’amministrazione regionale stabilisce un corrispettivo economico per l’erogazione di tali servizi.
In ultimo, il Contratto di Servizio stabilisce le penali da applicare al gestore dei servizi in caso di mancato rispetto degli indici di qualità definiti dal Contratto: le risorse generate dall’applicazione di queste sanzioni sono spesso risultate consistenti, permettendo un reinvestimento diretto nel servizio. Alcune Regioni hanno addirittura scelto di riutilizzare le risorse generate dall’applicazione delle suddette penali per un rimborso, sotto forma di bonus, da restituire agli abbonati.
Il monitoraggio condotto dal Comitato Pendolari Siciliani nei mesi di ottobre e novembre 2019, nello specifico dall’1 di ottobre al 30 novembre 2019, è stato eseguito su un campione di 10694 treni distribuiti sulle tratte di maggiore frequentazione secondo i dati rilevati dal sito di Trenitalia viaggiatreno.it e riportati di seguito nella tabella ‘A’.

I valori assoluti non riescono però a mettere in luce le problematiche e i disservizi riscontrati sulle varie relazioni.
Con qualche semplice operazione matematica, possiamo ricavare che la percentuale di treni puntuali, ovvero con ritardo sotto i 5 minuti, è mediamente limitata all’81,3% con punte che superano lo standard fisiologico del 90% solo sulla tratta Palermo-Trapani, ed un minimo assoluto del 38,5% sulla Ragusa-Caltanissetta. Segno che anche la Sicilia viaggia a due velocità. Va evidenziato che il dato di puntualità sulla Trapani-Palermo è da attribuire al servizio metropolitano sulla Punta Raisi-Palermo.
Il grafico sottostante illustra e riporta nel dettaglio le percentuali dei treni ritenuti puntuali sino ad un ritardo di 5 minuti su tutte le tratte oggetto del monitoraggio.
In contrapposizione a quanto detto possiamo ricavare le percentuali di treni con ritardo oltre i 5 ed oltre i 10 minuti.
Mediamente il 18,7% dei treni monitorati è giunto a destinazione con oltre 5 minuti di ritardo, e il 12,5% con oltre 10 minuti di ritardo.
Nel complesso si tratta di numeri molto discordanti tra loro in riferimento alla tratta ferroviaria di riferimento: si va dal 6,2% di treni con ritardo superiore ai 10 minuti sulla relazione Messina-S.Agata Militello al 52,5% rilevato sulla Ragusa-Caltanissetta, e dal 9,1% della Palermo-Trapani al 61,5% riscontrato sulla Ragusa-Caltanissetta per i ritardi oltre i 5 minuti.
In contrapposizione, non possiamo fare a meno di riscontrare ancora una volta l’anomalo numero di treni che puntualmente arriva in anticipo a destinazione, segno dei continui allungamenti di percorrenza: nelle sole tratte Messina-Catania-Siracusa e Messina-Palermo, abbiamo rilevato 1.456 treni arrivati a destinazione prima dell’orario previsto su un totale di 3.166, precisamente 1.135 (il 45,8%) sulla prima relazione, e 321 (il 46,6%) sulla seconda relazione.
Per chi avesse seguito le precedenti rilevazioni, le percentuali sono ancora una volta in aumento rispetto a quelle riscontrate nel monitoraggio eseguito dal Comitato Pendolari Siciliani nello stesso bimestre dello scorso anno (43% circa).
Per quanto riguarda le soppressioni, dal nostro monitoraggio sono stati conteggiati 371 treni soppressi, di cui 164 soppressi parziali, per un totale di 35.036 Km*Treno cancellati.
Riteniamo che il risultato osservato mette in evidenza un fenomeno fuori controllo, ancora una volta confermato nelle tratte più critiche come la Ragusa-Caltanissetta (5642 km*Treno soppressi) e Siracusa-Ragusa-Gela (9492 Km*Treno soppressi), nonostante il (relativo) basso numero di treni oggetto del monitoraggio.
Sul fronte dei ritardi, giustificati come conseguenza di problemi tecnici all’infrastruttura, passaggi a livello non funzionanti, condizioni meteo avverse o ostruzioni varie lungo linea, nel periodo ottobre-novembre 2019, abbiamo calcolato complessivamente 40.636 minuti di ritardo sui 10.694 treni monitorati, la cui ripartizione per relazione ferroviaria è illustrata nel grafico seguente.
L'obiettivo è sensibilizzare Regione, Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana a rilanciare gli investimenti.
Fonte Dati: viaggiatreno.it 
Elaborazione dati: Dott. Fabrizio Gemelli
F.to Giosuè Malaponti Presidente
Comitato Pendolari Siciliani – Ciufer