lunedì 15 luglio 2013

Crocetta: scardinare il monopolio Alitalia. Sotto accusa le tariffe dell’Alitalia per i collegamenti con la Sicilia.

«Ci vuole una compagnia di bandiera siciliana: ci sono contatti».
La gestione degli scali sia autosufficiente «Incontrerò i dirigenti della compagnia di bandiera. Se non si convincono sarò costretto a porre il problema al governo nazionale»
E' una battaglia quasi disperata, questa contro il caro tariffe Alitalia. Fornisco l'ultimo dato: venerdì scorso tutti i voli Roma-Catania non prenotati in anticipo costavano da 390 a 408 euro. Un collega per risparmiare ha preso Blue Panorama a 189 euro, ma è partito con due ore e mezzo di ritardo. C'è anche il fatto che dopo le 21,30 non ci sono più voli Alitalia in una tratta così affollata come Roma-Catania, ma lasciamo perdere.
Siamo con le mani legate, è Alitalia che comanda e si è appropriata del mercato siciliano, il più fruttuoso, che compensa le perdite secche da Napoli in su per la concorrenza della Tav. Ma noi siciliani dobbiamo sopportare tutto questo solo perché non vola più l'unica compagnia siciliana, la Wind Jet, che nei dieci e passa anni in cui è stata in campo calmierava i prezzi di Alitalia e compagnia cantante?
Lo chiediamo al presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Abbiamo fatto con Enzo Bianco un incontro a Roma con Alitalia per aumentare le rotte internazionali e siamo rimasti che poi sarebbero venuti loro in Sicilia. E li aspetto a pie' fermo perché dobbiamo parlare delle tariffe insopportabili per i cinque milioni di siciliani. Possiamo ricorrere anche al governo di Roma perché c'è un problema di continuità territoriale, essendo la Sicilia un'isola, una regione lontana dal centro-nord, e fa sacrifici pesantissimi di cui dovranno rendersi conto non solo i dirigenti Alitalia, ma anche il ministro dei Trasporti e pure la nuova Authoriy dei trasporti che sta per insediarsi a breve. Insomma, c'è la questione sul tappeto e non possono fare finta di niente. La Sicilia non è una colonia. Tra l'altro abbiamo un servizio ferroviario tra i peggiori del mondo e l'autostrada da Villa San Giovanni per il Nord ancora a metà».
Fino all'anno scorso c'era la catanese Wind Jet che faceva prezzi abbordabili e costringeva le altre compagnie a fare altrettanto. Oggi i siciliani sono in stato di necessità e debbono pagare tariffe assurde, bere o affogare.
«Purtroppo Wind Jet non c'è più, ho preso contatti per vedere se c'è la possibilità di una ripresa. La chiusura di Wind Jet ha fatto danni non solo in Sicilia, ad esempio la Repubblica di San Marino c'è rimasta male perché avevano quel volo molto utile su Forlì. Il problema è che da un lato c'è il monopolio di Alitalia e dall'altro se noi cerchiamo di scardinare questo monopolio intervenendo magari a sostegno di una compagnia di bandiera siciliana l'Unione europea ci dice che sarebbe un aiuto di Stato. Quando andrò a trattare a Roma con il governo, e lo farò presto, porrò queste questioni. E comunque non ritengo chiuso il capitolo che riguarda Wind Jet, per me non è affatto chiuso, più passa il tempo e più mi rendo conto della necessità della Sicilia di avere una sua compagnia aerea». (Una società mista come suggeriva Vito Riggio anche per piccoli aeroporti come Lampedusa e Pantelleria?).
Il problema non riguarda soltanto i siciliani, ma anche quanti debbono venire in Sicilia o per vacanze o per lavoro. Il caso di Sam Marino è emblematico.
«E' veramente incredibile il fatto che oggi abbiamo in Sicilia un grande ventaglio di strutture ricettive, dagli alberghi ai B&B, agli agroturismo con prezzi convenienti, il turista può anche affittarsi la casa per un mese, due mesi, e per contro il costo dell'aereo è superiore a quello della vacanza. Il problema è arrivarci in Sicilia, la politica che sta facendo Alitalia è una politica che danneggia troppo pesantemente la Sicilia, su questo dobbiamo essere molto, ma molto chiari. Se il governo non è pronto a cancellare queste storture, noi abbiamo il dovere di intervenire sul mercato per calmierarlo. Con l'assenza di Wind Jet si è venuto a creare un monopolio intollerabile che come sempre non guarda agli interessi della Sicilia».
Se vengono meno turisti sono penalizzati anche gli aeroporti.
«Una cosa che mi sorprende è che vedo gli aeroporti sempre affollati, ma poi i bilanci sono in sofferenza. Ma come mai può succedere? Il fatto è che poi le società di gestione chiedono soldi ai Comuni, alle Province e alla Regione».
Per quello che mi risulta la Sac di Fontanarossa ha il bilancio attivo e per quanto riguarda Comiso stiamo aspettando che parta.
«Non voglio scendere in particolari. Ma prendiamo il caso di Trapani, che ha bisogno di risorse perché dicono che Ryanair è costosa. Ma a Trapani ci sono tre milioni di passeggeri, basterebbe aumentare di un euro o al massimo di due e già la società di gestione pareggia, anzi ci guadagna. Perché non lo fanno? Nessuno rinuncerebbe al viaggio in Sicilia per un euro in più. La gestione degli aeroporti dev'essere autosufficiente, troppo facile bussare alla Regione, altrimenti si privatizza con un bando di gara internazionale. Questo è bene che si sappia».
Non crediate che sia facile risolvere la questione perché in effetti Alitalia è un boccone troppo grosso e ha bisogno di tamponare il deficit sfruttando lo stato di necessità dei sicilia. D'altro canto l'Unione europea non consente quelli che definisce aiuti di Stato e Crocetta non ha la bacchetta magica. E allora? Ci sono solo due strade: o il governo ci riconosce la continuità territoriale come per la Sardegna i cui cittadini hanno il 30% di sconto sui voli, oppure Crocetta riesce nell'impresa di resuscitare una compagnia di bandiera siciliana. Ma occorre fare presto.
Tony Zermo - La Sicilia - Domenica 14 Luglio 2013 I FATTI, pagina 6

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